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Amazon: grossi cambiamenti in Europa

Amazon sta cambiando qualcosa in ambito europeo. Secondo quanto riportato su alcuni quotidiani, lo sta facendo riducendo i rapporti con i distributori del vecchio Continente, favorendo invece l’approvvigionamento di alcuni prodotti direttamente dai proprietari dei marchi. La nuova strategia sta partendo proprio in questi giorni. Probabilmente ciò causerà dei cambiamenti nelle relazioni all’interno del marketplace.

A commentare la novità è stata la stessa società. Ha precisato che, come ogni azienda, è impegnata a rivedere periodicamente il proprio approccio all’approvvigionamento dei prodotti. L’obiettivo nel mirino è di controllare i costi e di mantenere i prezzi bassi per i clienti finali. 

Proprio per questo motivo Amazon continuerà a rifornirsi di prodotti da grossisti e da distributori se questi sono proprietari del mercato o hanno diritti di distribuzione in esclusiva. Invece, gli altri grossisti e distributori potrebbero vedere profondamente variate le proprie relazioni con la società statunitense. La società ha confermato che sta dando due mesi di tempo di preavviso per prepararsi ai cambiamenti. 

Ma chi sarà impattato da questa novità?

Stando a quanto si legge sulle prime valutazioni, potrebbero essere almeno 20 mila i distributori europei con cui verrebbe interrotta la collaborazione. La cifra è stata smentita da Amazon. Il marketplace non ha però fornito una nuova stima, lasciando così aperte le analisi in questo ambito.

Per quanto poi concerne le potenziali ripercussioni sulla filiera, non è ancora chiaro che cosa potrebbe accadere ai consumatori. Qualcuno sostiene che a correre i maggiori pericoli potrebbero essere proprio i clienti finali. Essi potrebbero tornare a pagare molte delle spedizioni che ora sono gratuite poiché comprese nel servizio di Amazon Prime. 

Quali effetti ci saranno?

Ancora prima, come effetto immediato è possibile che molti brand non riusciranno più a soddisfare la spedizione con Prime. Essi dovranno dunque pubblicare direttamente i propri prodotti sul marketplace invece che vendere ad Amazon, con diversi scenari conseguenti. Minore scelta di prodotti o rincaro dei costi per l’utente, poiché i venditori aggiungeranno al costo del prodotto anche le spese di spedizione.

Secondo altri analisti, invece, c’è il pericolo che il consumatore sia costretto ad acquistare dei multipack (più unità dello stesso prodotto). Questo per far sì che il venditore riesca a sostenere l’impatto dei costi logistici e dunque inserirli nel prezzo finale senza che vi sia un aggravio di costi per l’acquirente.

Occorre tuttavia ricordare che si tratta solo di supposizioni critiche. Lo scenario principale è invece quello prefigurato proprio da Amazon.  Le sue fonti smentiscono ogni possibile rincaro aggiuntivo per i clienti, con la precisazione che le spedizioni gratuite non sono a rischio.  Così come non lo sono la vastità e la profondità della sezione dei prodotti.

Anzi, le stesse fonti condividono: è possibile che il cambiamento vada addirittura a vantaggio dei distributori coinvolti. Potrebbero a loro volta trasformarsi in venditori. Potrebbero continuare a vendere la propria merce su Amazon sfruttando la sua base di utenti internazionali per crescere in modo sostenibile. 

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